Ossigenoterapia: patologie e somministrazione (Parte 2)
Chi necessita di sottoporsi all’ossigenoterapia a lungo termine?
Le seguenti patologie possono portare coloro che le manifestano a doversi sottoporre ad ossigenoterapia a lungo termine:
- Ipossiemia stabile a riposo con PaO2 intorno ai 55 mm.Hg
- Normali valori di O2 ma riscontro di ipertensione arteriosa polmonare, (ideale se PaP è inferiore a 27 mm.Hg).
- Poliglobulia (Ht55) secondaria ad insufficienza respiratoria; ipossiemia durante il lavoro muscolare (cyclette per 5 minuti a 0,4 watt/kg); ipossiemia intermittente (enfisema tipo B con riacutizzazione flogistica).
- Sindrome dell'apnea del sonno (SAS) per ridurre le apnee.
- In corso di trattamento di fisiochinesiterapia respiratoria allo scopo di prevenire la fatica muscolare.
Metodi per capire se sovviene la necessità di LTOT
- Prove di funzionalità respiratoria (spirometria-curva flusso volume - pletismografia).
- Emogasanalisi arteriosa a riposo e dopo sforzo.
- Monitoraggio transcutaneo diurno o notturno a riposo o durante lavoro muscolare (test dei 6-12 minuti o walking test) ecocardiogramma o cateterismo cardiaco destro.
Precedentemente all’inizio della terapia vera e propria il paziente deve inalare ossigeno, durante monitoraggio transcutaneo, allo scopo di ricercare la dose ideale necessaria ad evitare acidosi ipercapnica o eventuale tossicità da iperdosaggio. Infatti, è importante non incrementare la CO2 durante la somministrazione dell’ossigeno, perché rallenta il funzionamento del centro del respiro.
Metodologia di somministrazione
- Tramite occhiali, cannule o cateteri nasali
Si tratta dei tradizionali metodi di prima scelta. Sono di facile applicazione e generalmente ben tollerati da tutti. Non è indispensabile l'umidificazione se l’erogazione non supera i tre litri al minuto. Questo metodo trova il vantaggio nel fatto che permette al paziente di parlare e di mangiare, al contrario, un mal posizionamento ed una moderata dispersione in espirazione sono lo svantaggio più pronunciato, specialmente in un paziente con espirazione prolungata.
- Tramite cannule con riserva espiratoria
Il loro funzionamento è esattamente lo stesso dei sopracitati occhiali. La sostanziale differenza risiede nel risparmio di ossigeno. La dispersione è inferiore di un valore che va dal 10 al 75%. - Tramite maschere con effetto venturi
(permettono un calo di pressione ed un aumento della velocità di flusso grazie al passaggio attraverso la parte ristretta di un tubo) vengono raramente impiegate a domicilio in quanto necessitano di flussi più elevati di ossigeno. Il vantaggio è che si tratta di un metodo valido anche quando la respirazione boccale è quella prevalente, mentre lo svantaggio è l'obbligata impossibilità di alimentarsi, di espettorare e di conversare. - Tramite cannule transtracheali
Per usufruire di questa metodica occorre un piccolo stoma tracheale. L'ossigeno viene somministrato a 2 centimetri dalla carena. Questa metodica consente maggiore compliance extradomiciliare in quanto trova vantaggio puramente sul piano estetico; sono tuttavia possibili relative complicazioni come enfisemi sottocutanei, infezioni o cheloidi cicatriziali.
Continua nella terza parte